L'umiltà del guerriero

25.10.2013 17:50

L'isola del tonalCitazioni e passi scelti da “Viaggio a Ixtlan” e “L’isola del Tonal” di Carlos Castaneda

 

Brani tratti dai dialoghi tra Carlos Castaneda e don Juan, suo maestro spirituale e Nagual

 

C'è qualcosa che ormai dovresti conoscere. Io lo chiamo il centimetro cubo di opportunità. Tutti noi, guerrieri o no, abbiamo un centimetro cubo di opportunità che di quando in quando ci spunta davanti agli occhi. La differenza tra l'uomo medio e il guerriero è che il guerriero se ne rende conto e uno dei suoi compiti consiste nello stare all'erta, aspettando deliberatamente, così che quando il suo centimetro cubo spunta, il guerriero ha la velocità necessaria, l'abilità richiesta, per coglierlo. 

Il caso, la fortuna, il potere personale o comunque lo si voglia chiamare, è uno stato di cose particolare. È come un piccolissimo bastoncello che sbuca davanti a noi e ci invita a tirarlo su. Di solito siamo troppo occupati, o preoccupati, o semplicemente troppo stupidi per capire che quello è il nostro centimetro cubo di fortuna. Mentre il guerriero è sempre all'erta e compatto, ed ha l'agilità e la capacità necessarie per afferrarlo. 

 

Si può sopravvivere sul sentiero della conoscenza solo vivendo come un guerriero, perché l'arte del guerriero consiste nell'equilibrare il terrore dell'essere uomo con la meraviglia dell'essere uomo. 

 

Fai quello che pensi sia giusto. Ma se non senti che è la tua ora, non andare all'appuntamento. Non si guadagna nulla forzando le cose. Se vuoi sopravvivere devi essere limpido come il cristallo e mortalmente sicuro di te.

 

Conta che il guerriero sia senza macchia. 

 

La fiducia in sé del guerriero non è la fiducia in sé dell'uomo comune. L'uomo comune cerca certezza negli occhi di chi ha di fronte, e chiama questo fiducia in sé. Il guerriero cerca d'essere senza macchia ai propri occhi, e chiama questo umiltà. L'uomo comune è agganciato agli uomini suoi compagni, mentre il guerriero è agganciato unicamente a se stesso. Forse state inseguendo l'arcobaleno. Siete alla ricerca della fiducia in sé dell'uomo comune, mentre dovete cercare l'umiltà del guerriero. La differenza tra le due cose è molto importante. La fiducia in sé implica di sapere qualcosa per certo; l'umiltà implica di essere senza macchia nelle proprie azioni e nel proprio sentire. 

 

Dovete andare oltre i vostri limiti, sempre.

 

Un guerriero accetta la sua parte, qualunque possa essere, e l'accetta in assoluta umiltà. Accetta in umiltà ciò che egli è, e non ne fa motivo di rimpianto ma di sfida. 

 

L'umiltà del guerriero non è l'umiltà del mendicante. Il guerriero non abbassa la testa dinanzi a nessuno, ma nello stesso tempo non permette a nessuno di abbassare la testa davanti a lui. Il mendicante, invece, si butta in ginocchio e si umilia davanti e chiunque giudichi superiore, ma nello stesso tempo pretende che chiunque gli sia inferiore si umili davanti a lui. 

 

Tutti noi passiamo attraverso le medesime difficoltà e i medesimi inganni. Il solo modo di superarli è persistere nell'agire come un guerriero. Il resto, il sapere e il potere, viene da sé, per forza propria. 

I sapienti hanno l'uno e l'altro. E tuttavia nessuno di loro potrebbe dire come riuscì ad averli: potranno solo dire che li hanno ottenuti agendo come guerrieri, e che ad un dato momento tutto è cambiato. 

 

Un guerriero deve essere calmo e padrone di sé, senza perdere mai controllo. 

 

"Vedere" e "sognare" accadono soltanto se il guerriero è capace di interrompere il dialogo interno. Infatti, come vi ho detto, l'interruzione del dialogo interno è la porta aperta verso il mondo degli stregoni. 

 

Il vostro spirito non era equilibrato. Per contrastare questo squilibrio vi ho insegnato a vivere al modo del guerriero. Un guerriero parte con la certezza che il suo spirito non sia equilibrato; poi, vivendo in assoluto controllo di sé e consapevolezza, ma senza aver fretta, senza costrizione, fa in tutto e per tutto del suo meglio per ottenere quell'equilibrio. 

 

Non siate inquieto. Non c'è nulla al mondo che un guerriero non possa affrontare. Vedete: un guerriero si considera già morto, per cui non ha nulla da perdere. Il peggio gli è già accaduto, quindi egli è lucido e calmo; a giudicare dai suoi atti o delle sue parole, nessuno si aspetterebbe che sia stato testimone di alcunché. 

 

Il sapere fa paura, certo; ma se un guerriero accetta la natura impaurente del sapere, ne annulla la terribilità. 

 

Il sapere è una cosa molto particolare, specialmente per un guerriero. Per un guerriero il sapere è qualcosa che d'improvviso arriva, inghiotte e passa oltre. 

 

I guerrieri non ottengono vittorie sbattendo la testa contro il muro. Ma scavalcando il muro. I guerrieri saltano di là del muro, non lo demoliscono. 

 

Penso che sia assolutamente sbagliato per voi prendere così sul serio ogni cosa. 

 

Ci sono tre tipi di cattive abitudini cui ricorriamo più e più volte quando ci troviamo di fronte a inconsuete situazioni della vita. In primo luogo, possiamo rifiutare ciò che sta accadendo o è accaduto e ritenere che non sia successo nulla. Questo è il comportamento del bigotto. In secondo luogo possiamo accettare ogni cosa per il suo valore apparente, e riteniamo di sapere cosa sta succedendo. È il comportamento dell'uomo pio. In terzo luogo, possiamo divenire ossessionati da un avvenimento, poiché non riusciamo né a rifiutarlo, né ad accettarlo con pieno consenso. È il comportamento del pazzo. C'è un quarto comportamento: quello giusto, del guerriero. Un guerriero si comporta come se non fosse successo nulla, perché non crede in nulla, ma accetta ogni cosa per il suo valore apparente. Accetta senza accettare e rifiuta senza rifiutare. Non ritiene mai di sapere, e neppure ritiene che non sia successo nulla. Si comporta come se riuscisse a controllarsi, anche se sta facendosela addosso. Comportandosi in questo modo elimina l'ossessione. 

 

Dovete coltivare la convinzione che un guerriero non ha bisogno di nulla. Dite d'avere bisogno di aiuto. Aiuto per cosa? Possedete tutto ciò che occorre per lo strano viaggio che è la vostra vita. Ho cercato di insegnarvi che la vera esperienza è essere un uomo, e che quel che importa è essere vivi; la vita è la breve deviazione che state percorrendo. La vita da sola è autosufficiente, autoesplicativa e completa. Un guerriero lo capisce e vive in conformità a questo; si può dire quindi, senza essere presuntuosi, che l'esperienza delle esperienze è essere un guerriero. 

 

Se un guerriero ha bisogno di conforto, semplicemente sceglie qualcuno e egli manifesta in ogni particolare il suo turbamento. Dopo tutto il guerriero non va in cerca di comprensione o di aiuto, parlare gli serve soltanto ad alleviare l'oppressione. E questo, posto che il guerriero sia tagliato per parlare; perché, se non lo è, non si confida con nessuno. 

Ma voi non state affatto vivendo come un guerriero. Non ancora, perlomeno. E le trappole che incontrate devono essere veramente enormi. 

 

Un guerriero è nelle mani del potere e la sua unica libertà è di scegliere una vita senza macchia. 

 

Un guerriero è sempre pronto. Essere un guerriero non vuol dire soltanto desiderarlo. È invece una lotta senza fine, che terminerà solo nell'ultimissimo istante della nostra vita. Nessuno è nato guerriero, esattamente come nessuno è nato come essere ragionevole. Siamo noi che ci facciamo divenire l'uno o l'altro. 

 

State all'erta! Un guerriero non smette mai di stare in guardia.

 

L'Isola del Tonal