La ricapitolazione

24.12.2013 15:25

il dono dell'aquila- carlos castanedaCitazioni e passi scelti da "Il dono dell'Aquila" di Carlos Castaneda

 

La ricapitolazione

 

Florinda spiegò che la ricapitolazione è il forte dei cacciatori, proprio come il corpo sognante è il forte dei sognatori. Consisteva nel ricordare la propria vita fino al dettaglio più insignificante. Così il benefattore le aveva dato quello scatolone come simbolo e strumento di lavoro. Le avrebbe fatto apprendere la concentrazione, in quanto avrebbe dovuto starci dentro per anni, fino a quando tutta la vita non le fosse passata davanti agli occhi. Ed era un simbolo dei limiti ristretti della nostra persona. Il benefattore le aveva detto che quando avesse finito la propria ricapitolazione, avrebbe potuto fare a pezzi lo scatolone, a significare che non doveva più sottostare alle limitazione del corpo. 

 

Disse che i cacciatori usano scatoloni o bare di terra per chiudercisi dentro mentre, più che ricordare, rivivono ogni attimo della loro esistenza. La ragione per cui i cacciatori devono ricordare la propria vita in modo così particolareggiato è che il dono dell'Aquila all'uomo include la volontà di accettare al posto della genuina consapevolezza un suo surrogato, se ne è la copia conforme. Florinda spiegò che, poiché la consapevolezza è il cibo dell'Aquila, questa si può soddisfare con una perfetta ricapitolazione che ne faccia le veci. 

 

Florinda me ne spiegò i punti fondamentali. Il primo stadio è un breve riassunto di tutti quegli avvenimenti della nostra vita che più spiccano in un esame generale. Il secondo stadio è una memoria più dettagliata che inizia sistematicamente da un punto che potrebbe essere l'attimo prima che il cacciatore si siede nello scatolone e in teoria potrebbe arrivare fino al momento della nascita. 

 

Mi assicurò che una perfetta ricapitolazione potrebbe cambiare un guerriero quanto se non più del controllo totale del corpo sognante. In questo rispetto il sogno e l’agguato hanno lo stesso scopo, entrare nella terza attenzione. Tuttavia è importante che un guerriero li conoscesse e praticasse entrambi. Mi disse che, per le donne, la conoscenza dell'uno o dell'altro prendeva diverse configurazioni nel corpo luminoso. Invece gli uomini potevano praticarli tutti e due con una certa facilità, pur non potendo raggiungere lo stesso livello di perfezione delle donne. 

 

Florinda spiegava che l'elemento chiave del ricapitolare era la respirazione. Il respiro per lei era magico perché era una funzione vitale. Diceva che era facile ricordare se si poteva ridurre l'aria di stimolazione intorno al corpo. Per questo era necessario lo scatolone, così la respirazione avrebbe favorito ricordi sempre più profondi. In teoria, i cacciatori devono ricordare ogni sensazione provata in vita, e il processo inizia con un respiro. Mi avvisò che quel che lei mi stava insegnando erano solo i preliminari e che più avanti, in un diverso ambiente, mi avrebbe insegnato i dettagli più complicati. 

 

Florinda mi riferì che il benefattore le aveva ordinato di scrivere un elenco di avvenimenti da rivivere. Le aveva detto che la procedura si avvia con un respiro iniziale. I cacciatori cominciano col mento sulla spalla destra, inalando lentamente mentre ruotano il capo per un arco di centottanta gradi. Il respiro termina sulla spalla sinistra. Finito di inalare la testa torna in posizione rilassata. Esalano guardando dritto davanti a sé. 

 

Poi il cacciatore prende il primo avvenimento della lista e ci si sofferma finché non ha ricordato ogni sensazione ad esso collegata. Mentre i cacciatori ricordano le sensazioni connesse a tutto quel che è oggetto di ricapitolazione, inalano adagio, ruotando la testa dalla spalla destra alla sinistra. Questa respirazione ha il compito di ridare energia. Florinda affermava che il corpo luminoso crea in continuazione filamenti simili a ragnatele che sono proiettati fuori dalla massa luminosa, spinti da svariate emozioni. Di conseguenza ogni interazione oppure qualsiasi altra situazione che coinvolga i sentimenti, depaupera potenzialmente il corpo luminoso. I cacciatori, respirando da destra a sinistra, mentre ricordano una sensazione, con la magia del respiro raccolgono i filamenti che si sono lasciati dietro. Il respiro che viene subito dopo, va da  sinistra a destra ed è un'esalazione; con questo i cacciatori espellono i filamenti lasciati loro da altri corpi luminosi coinvolti in quel che si sta ricordando. 

 

Lei dichiarò che questi erano i preliminari obbligatori dell'arte dell'agguato che tutti i componenti del suo gruppo eseguirono come introduzione alle più complesse manovre dell'arte. A meno che i cacciatori non abbiano completato la parte iniziale per recuperare i filamenti lasciati nel mondo e in particolare per espellere quelli che gli altri gli hanno lasciato dentro, non v'è possibilità alcuna di regolare la follia controllata, perché quei finalmente estranei sono la base della propria infinita capacità di presunzione. Per poter praticare la follia controllata, poiché non si tratta di una maniera per ingannare o castigare la gente o per sentirlesi superiore, si deve essere capaci di ridere di se stessi. Florinda disse che uno dei risultati di una dettagliata ricapitolazione è una gran risata quando ci si trova di fronte alla noiosa ripetizione della propria boria, che è al fondo di ogni interazione umana. 

 

Florinda fece notare che la regola definisce arti sia l'agguato sia il sogno; dipendono quindi dalla esecuzione individuale. Disse che la natura vivificante del respiro è anche causa della sua qualità purificatoria, qualità che trasforma la ricapitolazione in qualcosa di pratico. 

 

Florinda disse che il suo benefattore considerava le tre tecniche fondamentali dell'agguato - lo scatolone, l'elenco di avvenimenti da ricapitolare e la respirazione del cacciatore - tra i compiti più importanti che un guerriero possa eseguire. Il suo benefattore pensava che una completa ricapitolazione fosse il sistema più opportuno per perdere la forma umana. Dopo aver ricapitolato la propria vita, per un cacciatore diveniva così più facile usare tutto il proprio non-fare, quale l'annullamento della storia personale, la perdita dell'arroganza, l'interruzione delle abitudini e così via.

 

Il Dono dell'Aquila
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